Le dichiarazioni lette su Il Resto del Carlino di domenica 14 febbraio, rese dal responsabile lavoro del PRC Alessandro Antonini, circa l’apertura di una nuova Coop a Castellarano, non possono essere ignorate o passare sotto silenzio.
Come Presidente Provinciale di Confcommercio reputo gravi e lesive della dignità dei miei associati le dichiarazioni secondo le quali a fronte di una ipotetica trentina di nuovi posti di lavoro, non sia poi così grave la chiusura di qualche negozio. Ricordo al rappresentante del PRC che non esistono lavoratori di serie A (dipendenti) e di serie B (lavoratori autonomi).
Così come ricordo, che i negozi di vicinato svolgono una funzione sociale che va ben al di là della semplice vendita di prodotti e che intere famiglie spesso traggono il loro unico reddito proprio da queste attività. Rimane un mistero cosa renda agli occhi del sig. Antonini perdite collaterali sacrificabili quelle dei potenziali negozi chiusi, mentre si grida allo scandalo quando un’azienda effettua una ristrutturazione che prevede il sacrificio di posti di lavoro, che magari godono di ammortizzatori sociali (a differenza appunto degli autonomi!).
Denotano poi completa ignoranza delle dinamiche commerciali l’idea che basti valorizzare i negozi di vicinato con idee e impegno per contrastare i sicuri effetti della saturazione commerciale. Queste belle parole da anni salvano le coscienze degli amministratori ingordi di oneri di urbanizzazione e complici degli appetiti di molti lupi affamati di cemento, ma la verità è molto diversa. Le quote di mercato che una struttura come quella prevista a Castellarano, è destinata a conquistare per dimensionamento, decreterà inevitabilmente la chiusura delle piccole aziende che a differenza di questi mostri commerciali, non possono permettersi di resistere nemmeno una stagione in perdita.
Lasciano davvero esterrefatti, le dichiarazioni sul libero mercato. Se si riferisce alla concorrenza, sappia il sig. Antonini, che ogni singolo commerciante si assume i rischi d’impresa e accetta la concorrenza, laddove si espliciti in maniera equilibrata e leale. Ma questo non ha nulla a che fare con la saturazione commerciale della nostra Provincia, o con la liberalizzazione delle licenze della legge Bersani, che a tanti anni dalla sua approvazione certamente richiede una rivisitazione. A meno che anche in questo caso non valga la regola dei due pesi e due misure e le liberalizzazioni vadano bene solo quando vanno a discapito dei lavoratori autonomi.
Auspichiamo che arrivi presto un futuro in cui gli amministratori aprano un reale confronto con le associazioni di categoria, prima dell’adozione di strumenti urbanistici che rischiano di avere effetti sociali che vanno ben oltre la costruzione di immobili commerciali.
Donatella Prampolini Manzini
Presidente Confcommercio Reggio Emilia