Occupazione: ben vengano le nuove aperture ma come salviamo le imprese esistenti?

Il tema dell’occupazione dev’essere la prima preoccupazione a tutti i livelli di Amministrazione Pubblica. E’ anche opportuno ricordare che quando si parla di problemi legati all’occupazione non ci si riferisce solo ai lavoratori dipendenti, ma anche a quelle migliaia di commercianti, artigiani e loro familiari che ogni giorno perdono il posto per la chiusura dell’attività.

Chi si illude che basti l’arrivo di nuovi gruppi a Reggio Emilia per creare nuova occupazione sta purtroppo facendo un grosso errore di ingenuità. I dati Istat indicano che le vendite diminuiscono sia per le imprese della grande distribuzione, sia per quelle operanti su piccole superfici: è facile capire che le nuove aperture servono semplicemente a riscrivere i flussi dei consumatori, che a fronte di un’offerta commerciale ancora più ampia dividono il loro potere d’acquisto tra più competitor. Si tratta dello stesso fenomeno per cui le aperture domenicali volute dal Governo Monti hanno avuto il solo effetto di modificare le abitudini di spesa dei consumatori, deviandoli verso la grande distribuzione che ha la possibilità di sfruttare l’apertura giorni 7 giorni su 7, a danno dei piccoli negozi che soffrono in modo pesantissimo.

Nel 2014 l’Italia è salita dal sesto al quinto posto della classifica dei paesi Ocse con il tasso di disoccupazione più elevato, con un 12,6%. Non solo: l’Italia è anche l’unico paese tra i primi cinque in classifica dove il tasso di disoccupazione rispetto all’anno scorso è aumentato. Certo, a Reggio siamo abituati a tassi di disoccupazione inferiori, attestati circa al 6%, ma non dimentichiamo che fino al 2008 lo stesso tasso era del 2,3%.

Ben vengano dunque le nuove aperture, ma sarebbe opportuno nel frattempo concentrarsi sulla necessità di salvare le imprese già esistenti e oggi in grande difficoltà. Le priorità di oggi sono almeno due in questo campo: sfruttare l’onda ormai brevissima di Expo 2015 e aiutare le imprese a ricollocarsi sul mercato di oggi. Expo 2015 porta con sè fatturato aggiuntivo che è nostro dovere canalizzare anche a Reggio Emilia, sfruttando la stazione Mediopadana e creando sinergie tra pubblico e privato in grado di raccogliere le risorse necessarie per un’attività di marketing territoriale con progetti condivisi. Per quel che riguarda, invece, la sopravvivenza delle imprese locali, la necessità urgentissima è che a tutti i livelli si lavori per togliere burocrazia e abbassare la tassazione.

Non ultimo, credo occorra l’impegno di noi imprenditori per cercare di vedere opportunità anche in questo momento di crisi, non perdendo la speranza e non chiudendoci a riccio, ma cercando invece di far diventare opportunità anche i punti deboli. Un esempio su tutti è quello di sfruttare il mercato delle vendite su internet anche nei negozi di prossimità. Questo è uno dei temi che Confcommercio nazionale ha fatto oggetto del terzo manuale delle Bussole, che sarà presentato a Roma nei prossimi giorni. Non dobbiamo arrenderci alle vendite online, ma cercare di adeguarci, inserendo il valore aggiunto che fa la vera differenza: noi da sempre ci mettiamo la faccia e il cuore!

Donatella Prampolini Manzini
Presidente Confcommercio Reggio Emilia