Estate, tempo di sagre e feste paesane.
Cambiano i costumi, cambian le abitudini, cambian le connotazioni.
Una volta la nostra provincia d’estate era costellata da bandiere rosse e salamelle, ora colori e sapori si sono attenuati.
Alle tradizionali feste patronali, mercati cittadini (peraltro presenti durante tutto l’anno solare) e kermesse di partito si sono aggiunti notti bianche, mercatini agricoli, dell’usato e del kitsch.
Tutto ciò ha portato ad un’oggettiva inflazione di manifestazioni spesso misere o troppo concorrenziali tra loro che nulla apportano al tessuto sociale e commerciale.
A mancare è spesso una pianificazione delle date ed una sinergia tra le amministrazioni comunali, che spesso fissano appuntamenti inaudita altera parte.
Pare che dopo quella corsa all’edificazione di aree residenziali e commerciali, spesso sui confini dei comuni/principati o comunque in concorrenza tra loro, che ha caratterizzato gli ultimi anni, si assista ad una corsa alla bancarella.
Purtroppo occorre tenere presente che la nostra provincia non è particolarmente attrattiva per quanto riguarda l’escursionismo, con l’eccezione di alcune aree.
Sarebbe quindi auspicabile una concentrazione, in primis in sede di programmazione urbanistica, e poi con la calendarizzazione degli eventi, per rendere veramente conosciuti e frequentati alcuni contesti senza avere la pretese che tutte le contrade di tutti i comuni della provincia possano erigersi a centro del mondo a giugno come in gennaio.
Se nel centro storico del capoluogo occorre ulteriormente valorizzare quelle aree che hanno dimostrato di avere una vocazione attrattiva, così in provincia alcune realtà vanno preservate non più solo da ecomostri e opifici industriali dai tratti asiatici, ma anche da inutili guazzabugli di eventi “concorrenziali” che hanno solo lo scopo di disperdere il bacino d’utenza.
D’altra parte alcune di queste iniziative, pur assumendo dimensioni titaniche (alcune feste di partito e il mercato del forte, per esempio), sono soggette ad un regime fiscale agevolato e questo, in un momento in cui tutti sono chiamati a fare sacrifici, sarebbe un tema da approfondire e valutare.
Non mancano certo gli esempi positivi e riusciti, come la recente notte bianca di Scandiano od il Montecchio Unplugged, eventi molto apprezzati sia dagli esercenti che dai consumatori, che si potrebbero “replicare”, con opportune modifiche, nel capoluogo.
Tra i giovani imprenditori si va ormai affermando la consapevolezza che non può più essere solamente una politica conservatrice e volta al mero protezionismo dalle alternative a salvare le nostre attività, ma occorre essere positivi e propositivi.
In alcune occasioni la priorità è comunque portare le persone fuori di casa, per evitare che consumino solo aria condizionata, divano e telecomando.
Esistono alcuni contesti sociologici dove, o per lo spopolamento (comuni del crinale), o per l’eccessiva immigrazione (bassa pianura), questi eventi svolgono anche funzioni aggregative.
E’ però necessario, per poter creare un volano di presenze ed essere competitivi con le provincie limitrofe, operare una selezione, a volte coraggiosa e dolorosa, degli eventi e delle regole di ubicazione di chi è di passaggio, tutelando maggiormente chi in quel luogo ha sempre lavorato e investito, fino a costituire un vero presidio sociale.
(Luigi Rocca, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio – Imprese per l’Italia Reggio Emilia)