
Proprio in queste settimane si fa più intenso il lavoro degli Amministratori sul Bilancio comunale e, proprio per questo, desideriamo ribadire quanto le scrissi nel luglio scorso a proposito della tassa di soggiorno, un tributo non necessario e inopportuno, che colpisce i consumatori, prima ancora delle imprese ricettive, e ampi settori dell’economia locale.
Un tributo non necessario perché le misure introdotte col Decreto “Salva Italia” possono garantire nuove risorse per i bilanci dei comuni, rendendo così la tassa di soggiorno non più l’unica leva fiscale possibile. Non dimentichiamo che questa imposta può essere istituita esclusivamente per il finanziamento di interventi in materia di turismo. Su questo aspetto, nel caso essa venga introdotta, vigileremo con la massima attenzione: essa infatti non potrà, e non dovrà, essere utilizzata per coprire buchi di bilancio, bensì non potrà che essere utilizzata per aprire nuovi capitoli di spesa, finalizzati a raggiungere effettivamente e concretamente persone che pernottino nelle imprese (sottolineo il termine imprese) ricettive del nostro comune. Le Federazioni del turismo di Confcommercio sono pronte, a tutti i livelli, nazionale, regionale e locale, a collaborare coi diversi livelli di governo per trovare gli strumenti più adeguati a sostenere l’economia, i cittadini e i servizi; ma non esiteranno a ricorrere presso le sedi opportune laddove vi sia un’applicazione incondizionata della tassa di soggiorno per compensare le perdite dei bilanci comunali, magari senza utilizzare i residui attivi.
È un tributo inopportuno perché colpisce i turisti che col loro soggiorno producono ricchezza sul territorio. Il turismo, conviene sottolinearlo, costituisce il cardine di un’economia che coinvolge anche altre attività di servizio quali negozi, somministrazione, attività culturali, ecc., che ha grande capacità di risposta alla crisi. L’introduzione di una tassa che colpisce i flussi turistici rischia di compromettere questa dinamica positiva. La possibile applicazione a macchia di leopardo di questa imposta finirà inoltre per inasprire la concorrenza tra località – anche limitrofe – proprio in un momento in cui la difficile situazione del mercato dovrebbe indurre a una forte coesione.
Non dimentichiamo poi che i primi ad essere colpiti da questa tassa sono proprio coloro i quali si vorrebbe richiamare sul nostro territorio: cittadini che per lavoro, studio, necessità o turismo dovessero o volessero pernottarvi. Le strutture ricettive lo sarebbero di conseguenza, e con loro lo sarebbe l’intero indotto sul quale la spesa dei turisti si spalma.
Queste, egregio Sindaco Delrio, sono dunque tante e valide ragioni per cui le chiediamo un atto di responsabilità e di interrompere ogni ipotesi di introduzione della tassa di soggiorno sul nostro territorio, com’è avvenuto già in altre realtà, come Ferrara e Cesenatico; la stessa Amministrazione comunale di Rimini che nei mesi scorsi ne aveva anticipato l’introduzione sta ora tornando sui propri passi.
Francesca Lombardini
Presidente
Federalberghi – Associazione provinciale Albergatori
Confcommercio Reggio Emilia