Sciopero Epifania: comunicato stampa congiunto RETE Imprese Italia

In merito allo sciopero dei Lavoratori Dipendenti del Commercio proclamato dalle Organizzazioni Sindacali per la giornata del 6 gennaio prossimo, in coincidenza con l’inizio dei saldi invernali, RETE Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, CNA, Confesercenti) ritiene doverose alcune brevi note di replica.

Gli attuali meccanismi che disciplinano in senso marcatamente liberista le aperture domenicali e festive dei negozi sono il portato di una legge, il Dlgs n.114 del ‘98, a suo tempo fortemente osteggiata – peraltro non solo sulla questione orari – dalle nostre Associazioni, da sempre fautrici di un commercio a misura d’uomo, capace di perseguire il giusto equilibrio tra libertà d’impresa e salvaguardia dei diritti individuali irrinunciabili, tra i quali, a pieno titolo, rientra anche quello al riposo.

Nel caso specifico, tuttavia, la posizione dei Sindacati dei Lavoratori non può essere condivisa.

La decisione di stabilire l’inizio dei saldi invernali nel giorno dell’Epifania è il frutto di un’iniziativa congiunta delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, nata con la finalità, in sé apprezzabile, di evitare quel gioco al massacro tra macroaree confinanti, che negli anni ha prodotto una forsennata corsa ad anticipare la data di inizio delle vendite straordinarie, snaturandone funzione economica e, conseguentemente, capacità di presa sui consumatori. Escludere dall’accordo il solo comune di Reggio Emilia significherebbe dirottare risorse economiche verso altri lidi, pronti ad approfittare dell’inatteso regalo della Befana, rifilando al commercio di casa nostra lo smacco postumo di un 2010 già sufficientemente avaro di soddisfazioni, come conferma l’andamento in chiaroscuro delle vendite natalizie.

Da ultimo, giova ricordare che l’apertura del 6 gennaio verrà defalcata dalle otto domeniche e festività in cui, ai sensi del “decreto Bersani”, è possibile derogare all’obbligo di chiusura.

Per questi motivi, non possiamo che condannare l’atteggiamento dei Sindacati dei Lavoratori, ritenendolo totalmente fuori luogo, in questo particolare frangente economico.