
A quasi 10 anni dalla riforma costituzionale del 2001, il federalismo passa oggi, con la recente approvazione del maxidecreto attuativo sull’autonomia tributaria, da un progetto astratto a un dato istituzionale, in tutta la sua concretezza. La Regione Emilia Romagna e le Istituzioni locali, insieme a tutti i soggetti economici del territorio, sono chiamati a confrontarsi con questa nuova realtà, in un momento particolarmente delicato per la nostra economia, che vede in prospettiva preoccupanti tagli della spesa pubblica.
Tutto questo è stato al centro del seminario “Federalismo fiscale, quali prospettive per le imprese del Terziario” organizzato giovedì 2 dicembre da Confcommercio Reggio Emilia.
“Il federalismo fiscale è entrato ormai nel lessico comune –afferma Donatella Prampolini Manzini, Presidente di Confcommercio Reggio Emilia- ma i reali effetti che porterà sul tessuto imprenditoriale della nostra regione sono temi che richiedono una riflessione attenta. L’attuazione del federalismo fiscale rende indispensabile il ritorno alla crescita per tutto il sistema, attraverso politiche e iniziative che vedano protagoniste soprattutto le nostre imprese che, con la propria capacità di leggere il mercato e la propria propensione alla coesione sociale, rappresentano elementi irrinunciabili per garantire stabilità e continuità alla ripresa. Per queste ragioni –sottolinea Donatella Prampolini Manzini- anche in una situazione di risorse scarse, crediamo necessario continuare ad assicurare alle piccole e medie imprese un adeguato sostegno economico dal quale, in un momento come questo, non è possibile derogare”.
L’incontro si è sviluppato a partire dalla relazione introduttiva di Paolo Conti, Dirigente Settore Fiscalità d’Impresa di Confcommercio – Imprese per l’Italia, che ha fornito un sintetico ma esaustivo quadro del processo federalista in corso nel nostro Paese, sottolineando la necessità di “accompagnare col federalismo istituzionale le riforme del federalismo fiscale, per non trovarsi a dover fare i conti con un federalismo zoppo”. Ponendo l’accento sulla portata del cambiamento etico e culturale che tale percorso comporta, soprattutto per la Pubblica Amministrazione, Conti ha sottolineato la necessità di puntare a un federalismo pro-competitivo e solidale, scongiurando il rischio di un aggravio della pressione fiscale per contribuenti e imprese. A partire da queste considerazioni, la relazione tecnica di Luciano Pasquini, Direttore Risorse Finanziarie e Patrimonio della Regione Emilia Romagna, ha fatto chiarezza su uno dei possibili risvolti dell’applicazione del federalismo fiscale particolarmente caro alle PMI, ossia la riduzione dell’aliquota IRAP, una prospettiva la cui eventuale attuazione comporta non poche criticità.
Nel successivo dibattito sono state analizzate le opportunità e i rischi insiti nell’applicazione del federalismo fiscale. “Occorre una riforma profonda –ha sottolineato Claudio Bottari, Consigliere Regionale della Lombardia- che vada a incidere sui mali di questo Paese. E’ una situazione molto complessa perchè si tratta di ristrutturare una partita che non è solo fiscale ma soprattutto istituzionale”.
“Quello del federalismo fiscale e del bilancio regionale è un tema particolarmente sensibile tanto per il Governo regionale, quanto per le forze economiche della nostra regione –ha evidenziato Pietro Fantini, Dirigente di Confcommercio Emilia Romagna- chiamate a fare i conti, da domani, con gli effetti della manovra sul tessuto economico e sociale territoriale. Le PMI del terziario rappresentano oltre il 60% della forza lavoro regionale e contribuiscono per il 65% al valore aggiunto prodotto sul territorio: chiediamo alla Regione che il valore dell’economia reale di cui queste imprese sono espressione sia tenuto nella giusta considerazione quando si tratterà di stabilire le priorità in base alle quali verrà definito il nuovo bilancio regionale. Oggi non possiamo abdicare –ha aggiunto Urban- al sostegno al sistema delle PMI, incardinato su tre elementi chiave: innovazione, credito e formazione”.
Infine la parola è andata a Confcommercio Reggio Emilia, che ha voluto organizzare questo momento di confronto “per valutare –ha commentato il Direttore Provinciale di Confcommercio Pier Paolo Occhiali- come gli effetti della manovra si faranno sentire sulle imprese”. “Sono passati 10 anni dalla riforma –ha spiegato il Direttore Occhiali- e ad oggi rimangono ancora tante incognite: sui tempi, sui meccanismi per evitare sovrapposizioni di imposizione fiscale, sui rapporti tra le Regioni. Ora, nella situazione di crisi economica generale, assistiamo anche a una crisi istituzionale che probabilmente comporterà un’ulteriore dilatazione dei tempi. Ci auguriamo –ha concluso Pier Paolo Occhiali- che prevalgano delle logiche volte a tassare le cose e non le persone e che non vengano adottati meccanismi che penalizzino le Regioni virtuose per favorire quelle che sono incapaci di una gestione efficiente delle risorse”.