Tessile, pelletteria, calzature: è legge il ddl sul “Made in Italy”

Il testo approvato in via definitiva dalla Camera prevede l’obbligo di etichettatura per i prodotti destinati alla vendita nei settori tessile, pelletteria e calzaturiero. Le disposizioni saranno efficaci dal primo ottobre di quest’anno.

Via libera all’unanimità e in sede deliberante da parte della commissione Attività produttive della Camera al ddl sul Made in Italy. Il provvedimento, che era in terza lettura, diventa così legge. Il testo prevede l’obbligo di etichettatura per i prodotti destinati alla vendita nei settori tessile, pelletteria e calzaturiero. Con multe salate per chi non rispetta le regole. Le disposizioni saranno efficaci dal primo ottobre di quest’anno.

“Al fine di consentire ai consumatori finali di ricevere un’adeguata informazione sul processo di lavorazione dei prodotti – si legge nel provvedimento – è istituito un sistema di etichettatura obbligatoria dei prodotti finiti e intermedi, intendendosi per tali quelli che sono destinati alla vendita, nei settori tessile, della pelletteria e calzaturiero, che evidenzi il luogo di origine di ciascuna fase di lavorazione e assicuri la tracciabilità dei prodotti stessi”. L’impiego dell’indicazione “Made in Italy” sarà permesso “esclusivamente” per prodotti finiti per i quali le fasi di lavorazione “hanno avuto luogo prevalentemente nel territorio nazionale e in particolare se almeno due delle fasi di lavorazione sono state eseguite nel territorio medesimo e se per le rimanenti fasi è verificabile la tracciabilità”. Un decreto del Ministero dello Sviluppo economico, da emanare entro quattro mesi, dovrà stabilire le caratteristiche del sistema di etichettatura obbligatoria e di impiego dell’indicazione “Made in Italy”.

BORGHI (CONFCOMMERCIO): “VINCE LA TRASPARENZA”

“L’approvazione del provvedimento sul ‘made in Italy’ rappresenta un passo importante per rafforzare la competitività della filiera della moda del nostro Paese sulla base della valorizzazione della qualità delle nostre produzioni”: è il commento di Renato Borghi, presidente di Federmodaitalia.

“Si tratta – prosegue Borghi – di una soluzione che, peraltro, va a vantaggio non solo delle imprese, ma anche e soprattutto dei consumatori e del loro diritto ad essere pienamente informati su cosa acquistano. Infine è importante che sia stato previsto un giusto differimento dell’entrata in vigore della norma al fine di consentire il pronunciamento della Commissione europea, e il coordinamento di queste disposizioni con l’iter del regolamento comunitario sull’etichettatura obbligatoria”.